ferrata

Sabato 30 - Domenica 31 agosto '14
flyer paterno
Sentiero De Luca Innerkofler e delle Forcelle

Prenotati n.13 posti al Rifugio Locatelli, sistemazione nella dependance adiacente al rifugio (circa 30 metri dalla struttura principale).
Per i prezzi del solo tre cimerifugio clicca sull'immagine delle Tre Cime.

Gruppo montuoso: Dolomiti di Sesto

Punti di appoggio: 1) Rif Auronzo. 2) Rif.Lavaredo. 3) Rif. Locatelli. 4) Rif. Pian di Cengia
Assolutamente indispensabile è la torcia per la percorrenza delle lunghe e buie gallerie di guerra.
Da non dimenticare qualche indumento pesante: all’interno dei tunnel regna una temperatura assai bassa anche in piena estate e non è raro, a inizio stagione, trovare le estremità delle gallerie ancora ghiacciate.
Difficolta via ferrata Torre Toblin: Impegnativa - breve
Sentiero de Luva Innerkofler e delle Forcelle: Poco Difficile

Accesso: In automobile, con strada a pedaggio, ci portiamo da Misurina sino al Rifugio Auronzo (m 2298). Dal grande parcheggio, affollatissimo d'estate, procediamo a piedi sulla larga strada bianca che, quasi piana, contorna verso destra la base delle Tre Cime (scorcio in direzione di Auronzo con il suo lago). Si passa presso una piccola cappella (Cappella degli Alpini - m 2314 – 15 minuti dalla partenza), proseguendo per un ampio ed ondulato altopiano erboso (Piani di Lavaredo), che verso sud precipita nel selvaggio Vallon di Lavaredo. Poco oltre siamo al Rifugio Lavaredo (m 2344 - circa 30 minuti dalla partenza).
Sulla sinistra, in ripida ma breve salita, si stacca il segnavia n° 101 che ci conduce alla ghiaiosa Forcella Lavaredo (m 2454) dove ammiriamo le strapiombanti pareti settentrionali delle Tre Cime, in quella che forse è la più celebre visione delle Dolomiti. La strada procede ora in direzione del Rifugio Locatelli, già visibile di fronte a noi. Lo raggiungiamo con pochi saliscendi in ore 1,00 circa dalla partenza transitando per ghiaioni e sfasciumi. Dal rifugio abbiamo uno splendido panorama ravvicinato non solo sulle Tre Cime ma anche sul vicinissimo Monte Paterno meta della nostra ferrata. Da notare ad oriente la bella conca posta subito sotto al rifugio con i bellissimi Laghi dei Piani (Bodenseen, m 2335).














sentiero de luca innerkofler e delle forcelle - Dolomiti di Sesto


Dopo averci sistemato nella dipendance dell'attiguo rifugio Locatelli (CAI Padova) decidiamo di iniziare l'escursione. Primo obiettivo Sasso di Sesto e l'attigua Torre di Toblin. Il sentiero inizia subito dietro al rifugioe in poco più di 15 minuti si è già sulla cima del Sasso di Sesto, splendida visione sulle Tre Cime. Ritornati alla sella ci avviciniamo all'attacco della ferrata dell'elegante Torre di Toblin. La torre ha avuto un ruolo decisivo durante la prima guerra mondiale, in quanto sorgeva al confine tra l'Italia e l'impero austro-ungarico. Durante il conflitto, le truppe austriache avevano issato sulla cima della torre un mortaio, con cui tenevano sotto controllo il sasso di Sesto e le linee di difesa italiane: monte Paterno, le Tre Cime di Lavaredo e monte Piana
Saliamo per il sentiero delle Scalette, è una via ferrata composta come dice il nome da numerose scale metalliche, ripide e molto esposte. Il nome della via deve origine alle scale in legno che furono poste durante il primo conflitto mondiale per poter accedere alla torre . La via ferrata è molto esposta, quindi non la più adatta per avvicinarsi al mondo delle ferrate; arrivati sulla sommità si ammira un 360 davvero speciale.
Ritorniamo per il Il sentiero del Cappellano Hosp solitamente utilizzato per la discesa dalla torre, in quanto non è così esposto come la via delle scalette e permette una più comoda discesa. Questa via ferrata può essere alternativamente utilizzata per la salita da coloro non si sentano in grado di affrontare il sentiero delle scalette.
Scesi alla base davanti a noi si elevano il Crodon di San Candido e il Lastron di Scarperi possibili mete, ma il tempo minaccia pioggia e decidiamo di ritornare in rifugio. decisione saggia: dopo più di un'ora comincia a piovere e allora in rifugio a socializzare con gli altri ospiti e tra noi. Cena e a nanna.
Domenica mattina sveglia all'alba e aspettiamo le 7 che ci preparino la colazione, dopodichè siamo i primi a partire, sappiamo che la via ferrata del Paterno è molto frequentata e se troviamo "il tappo" rallenteremo la nostra tabella di marcia.
Descrizione della ferrata: Dal Rif. Locatelli (m 2405) seguiamo la cresta nord del Paterno passando alla base del caratteristico pinnacolo roccioso denominato “Salsiccia di Francoforte”.
In moderata salita ci portiamo verso le ripide pareti ricadenti dal Paterno: osserviamo a distanza la pronunciata forcella del Camoscio subito a sinistra della cima e il solco che dalla sella scende diagonalmente verso destra: il nostro itinerario risalirà proprio questa caratteristica costola rocciosa sino al valico per poi volgere con un ultimo salto sino in vetta.
Il nostro percorso lungo il crinaletto ci porta in breve all’ingresso delle due gallerie elicoidali scavate nella dolomia durante la prima guerra mondiale. La prima è caratterizzata da provvidenziali finestre nella roccia che permettono un po’ di luce all’interno e qualche splendido scorcio in direzione delle Tre Cime. La seconda galleria (Galleria Paterno) è più lunga (circa 300 m), ma soprattutto è completamente oscura e assai fredda; benchè molto ripida, è attrezzata con fune metallica come corrimano: con l’indispensabile ausilio di una torcia ne risaliamo gli scomodi gradoni sino all’uscita all’aperto con splendida vista alle spalle sui Laghi dei Piani sovrastati dalla tozza mole del Lastron dei Scarperi.
Siamo a questo punto all’attacco della ferrata vera e propria.
Un ripido e scosceso gradone di roccia esposto segna l’inizio della via, dopodiché proseguiamo, sempre in forte salita, lungo il costone roccioso a sinistra rispetto alla parete del Paterno. Con difficoltà minori rimontiamo il canalino detritico che avevamo osservato dal basso (funi fisse) sino all’uscita in coincidenza della Forcella del Camoscio (m 2650 – ore 1 dal Rif. Locatelli, attenzione all’eventuale presenza del nevaio ad inizio stagione). Impressionante il panorama alle spalle lungo la cresta settentrionale del Paterno appena risalita con il Rifugio Locatelli sovrastato dal Sasso di Sesto e dalla Torre di Toblin. Verso sud osserviamo invece l’ampia mole e le guglie che caratterizzano la Croda del Passaporto con, alla sua sinistra, un profondo vallone inciso tra le pareti.
A destra siamo sovrastati dal salto terminale che ci porterà in vetta.
Seguiamo infatti le funi sino al punto chiave: una paretina alta circa 15 metri che costituisce il punto più difficile della via. Il tratto è esposto ma ben gradinato; subito oltre le attrezzature hanno termine; segue un ultimo breve tratto di sentiero (ometti e segnavia) e in breve siamo in cima (m 2746 – libro di vetta – ore 0,20 dalla Forc. Del Camoscio ).
Splendido il panorama in direzione delle Tre Cime di Lavaredo, della Torre di Toblin e del Rifugio Locatelli con i laghi dei Piani. percorso ferrate paterno
Dalla sommità del Paterno ritorniamo, prestando attenzione all’esposizione, alla Forcella del Camoscio (m 2650). Seguiamo ora la via ferrata delle Forcelle che si sviluppa sulla cresta orientale del M.Paterno; questa via, più facile della De Luca – Innerkofler, sfrutta cenge in gran parte orizzontali. Si alternano brevi saliscendi toccando le numerose forcelle che danno nome alla via e in coincidenza delle quali si hanno splendide viste in direzione del Rif. Locatelli, sui Laghi dei Piani e, più a nord, verso le Alpi Austriache. Si scavalcano due profondi spacchi con l’ausilio di altrettanti ponticelli in legno, per il resto vi sono unicamente cengette con fune come corrimano e brevi salti rocciosi sempre ben gradinati e attrezzati. Raggiungiamo una piccola gola rocciosa che viene discesa e risalita con scaletta e funi.
Subito oltre, la ferrata ha termine lasciando spazio ad un lungo sentiero che, a mezza costa tra detriti, conduce alla Forcella Pian di Cengia (m 2522 – ore 1,30 dalla Forcella del Camoscio). Decidiamo di fermarci un'oretta all'accogliente rifugio Pian di Cengia e dopo ritorniamo presso la forcella. Su sentiero perdiamo 200 m di quota passando presso il piccolo Lago di Cengia. Proseguiamo lungamente risalendo tra i massi sino al pianoro ove troviamo il Lago Lavaredo e l’omonimo rifugio (m 2344 – ore 1,30 dal rifugio Pian di Cengia).
Il ritorno avviene poi seguendo a ritroso il percorso d’accesso.


Organizzatori: Elio Antoniazzi e Elisabetta Piccioni