intersezionale cai

triglav small

Ritrovo ore 4,45 park A. Corradini, Este, partenza ore 5,00

Dislivello: +1550 m. primo giorno
+700 m. - 2250 m. secondo giorno
Quota max: 2864 m.
Difficoltà: EEA - A - F+

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Accompagnatori:
Maria Luisa Sicchiero 3398423587
Michael Chiggio 3487277988











































logo gif cai este






















monte tricorno (triglav) 2.864 m

Tutto ha inizio una mattina di fine luglio, quando nel gruppo Whatsapp del Cai, Michael posta il link di uscita: "CAI Triglav ultimi tre posti". Triglav? cos'è?. Mi lancio subito su Google per saperne di più e, tra le righe, leggo: Slovenia, vetta più alta, ferrata, Monte Sacro,.. Bhe, può bastare. Senza perdere tempo a pensare prenoto immediatamente due posti.
Il ritrovo è fissato a Padova il 31 agosto per le 5.45.
Sul posto scopro che siamo un bellissimo gruppone di 18 persone di ben 5 sezioni CAI differenti.  Dopo le presentazioni e qualche ora di auto, alle 10 siamo in Slovenia al parcheggio del rifugio Aljanev Dom.
Mettiamo lo zaino in spalla e partiamo seguendo le indicazioni per il sentiero attrezzato Tominskova. Il sentiero appare subito molto verticale, il caldo si fa sentire. Nel gruppo emergono subito le differenze di passo e, sarà la bravura della nostra guida a tenere ben salde le briglie dei camminatori più veloci. ll biscione avanza inesorabile fra boschi, salti di roccia, tratti ferrati e ghiaioni, fino ad un bivio a circa 300 metri dal rifugio Triglavski, nostra meta. Qui le tabelle indicano due possibilità: la normale per il rifugio o le creste passando per il rifugio Valentina Stanica. Ovviamente chi è stanco opta per la normale ma, la guida, giustamente si rifiuta di dividere in due il gruppo. Sarà la nostra insistenza a convincerla che la cosa si può fare senza venir meno alla sua responsabilità. In 7 partiamo per le creste e i restanti 11 via, verso il rifugio. Sarà immenso stupore arrivare alla meta tutti alla stessa ora. Sono le 17 e, per oggi, l' avventura finisce qui, con circa 1600 metri di dislivello conclusi.
Prendiamo posto nell'immenso rifugio e qui non mi esprimo sulla qualità dello stesso, azzardo solo poche parole: "viva i rifugii italiani per la loro ospitalità e pulizia, nonché la magnifica cucina".
Il giorno dopo ci attendono circa 350 metri di dislivello per la vetta. La mattina la colazione è fissata per le 6 e, alle 7, il biscione è già in marcia. La gente è tantissima ma non insorgono problemi di nessun genere, tutti in fila, diligenti, affrontiamo facili roccette, tratti ferrati e creste. 
L' arrivo alla vetta è un tripudio di colori; rosso, verde, giallo, rosa... è l'abbigliamento delle decine e decine di persone presenti. A chi non è salito potrebbe apparire come un caos da evitare, invece io, ho trovato la situazione piacevole. Eravamo tutti lì per una grande passione e c'era posto per tutti . Il mio sguardo si perde verso l'infinito intorno alla vetta... il monte appare silenzioso e severo, nonostante il continuo vocio che mi circonda.
Dopo un veloce spuntino iniziamo la discesa per la stessa via di salita, fino ad un bivio, dove decidiamo di proseguire la nostra marcia verso il rifugio Dom Planika, aumentando così di 200 metri il dislivello totale. Giunti al rifugio l'amara sorpresa, il cielo cambia rapidamente dando sfogo ad un primo temporale. Indossiamo gli antipioggia che saranno inseparabili compagni di marcia fino all' arrivo alle auto.
Tradito dal meteo il gruppo si fa più silenzioso, ora l'attenzione raddoppia, via le macchine fotografiche e occhio a dove si mettono i piedi. Per il rientro optiamo di non fare a ritroso la ferrata del giorno prima ma di intraprendere il sentiero Cez Prag, senza cavo, ma pur sempre impegnativo. La discesa risulterà più lunga del previsto fra tratti di sentiero semplici e paretine da disarrampicare, attrezzate con soli pioli in aiuto alle mani, niente di difficile, ma le cascatelle formatosi dalla pioggia che continua a scendere rendono tutto più complicato. Bagnati ma soddisfatti arriviamo alle auto verso 19, con 4 ore di ritardo sulla tabella di marcia. Poco importa, la montagna ci ha fatto tornare a casa, questo è ciò che conta. 
Un' esperienza per me unica, non voglio perdermi in inutili frasi tipo: "mi è piaciuto ma"... oppure, "credevo una cosa invece è"...
Dico solo che, rifarei senza ombra di dubbio ogni passo, dal primo all'ultimo (tranne il rotolone a terra!!).
Due giorni indimenticabili per gruppo fantastico...  Grazie Cai

Vania Guerzoni







































 

150 cai