CHE COS'È UN RIFUGIO
Le seguenti considerazioni non accomunano tutte le strutture di
accoglienza esistenti sul territorio montano ma, di regola, queste
possono indicare i pregi e i limiti che un rifugio in quota può offrire.
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CORPO NAZIONALE DI SOCCORSO ALPINO E SPELEOLOGICO
Il C.N.S.A.S., struttura operativa del Club Alpino Italiano, è una libera associazione di volontariato ispirata ai principi di solidarietà e fiducia reciproca tra i soci.
Ha il compito di provvedere alla vigilanza e prevenzione degli infortuni nelle attività alpinistiche, escursionistiche e speleologiche, al soccorso degli infortunati e dei pericolanti e al recupero dei caduti.
In caso di necessità la chiamata di soccorso deve avvenire tramite i
numeri di soccorso specifici comunicando una serie di informazioni.
CONSIDERANDO CHE L'INTERVENTO IN MONTAGNA PUO' EFFETTUARSI
CON O SENZA L'AUSILIO DELL'ELICOTTERO E' BENE INFORMARE L'OPERATORE IN
MERITO A:
INTERVENTO CON L'ELICOTTERO
Quando esistono le condizioni metereologiche ed ambientali che ne
permettono l'operatività e la gravità dell'infortunato ne giustifica
l'utilizzo, l'intervento di soccorso è effettuato con l'impiego dell'elicottero.
L'arrivo dell'elicottero sul luogo dell'evento pone dei problemi di comportamento e di comunicazioni che devono essere conosciuti da chi
assiste l'infortunato. Di regola la possibilità di parlare via radio con l'equipè di volo è riservata ai tecnici specialistici. Si rende quindi particolarmente interessante l'adozione di semplici segnali visivi convenzionali ed internazionali, che permettono le comunicazioni
essenziali. Una sola persona assume la funzione di comunicatore, e si pone con le spalle al vento e rimane fermo durante l'avvicinamento
dell'elicottero.
Quando il pilota si appresta ad atterrare il segnalatore si accuccia a terra e rimane immobile. Tutti gli altri presenti si allontanano dal luogo del soccorso. L'intervento dell'elicottero in montagna avviene in condizioni da considerarsi sempre ad elevata criticità, pertanto, è opportuno che tutti conoscano alcune semplici regole di comportamento per agevolare, o perlomeno non intralciare, le operazioni di soccorso.
Se il terreno lo permette l'elicottero effettuerà una manovra di atterraggio: questa operazione può avvenire solo in zone lontano da teleferiche, linee elettriche, piante ed altri ostacoli. La zona di atterraggio deve altresì essere ben individuabile dall'alto. In tal caso le persone presenti sul luogo dell'evento devono:
Quando il terreno non permette l'atterraggio, il pilota può decidere di avvicinarsi al luogo dell'incidente adottando una manovra di volo
stazionario (Hovering); l'elicottero si mantiene fermo a poca distanza dal terreno, a volte appoggia un solo pattino. La manovra risulta
particolarmente delicata ed impegnativa per il pilota che deve mantenere l'elicottero in equilibrio precario; lo sbarco dei soccorritori e
l'imbarco dell'infortunato devono avvenire con la massima delicatezza ed in perfetta sintonia sotto l'autorizzazione del personale di volo.
Nessuno e per nessun motivo deve avvicinarsi all'elicottero specialmente nella zona posteriore e nella parte alta del pendio dove le
pale possono girare a pochissima distanza dal terreno.
Su terreno verticale o in situazioni dove non è possibile adottare manovre di atterraggio o di hovering , viene impiegato il verricello. Dall'elicottero posto con volo stazionario sulla verticale del luogo dell'incidente, viene calato il tecnico del soccorso alpino
che, valutata la situazione, sarà raggiunto con la stessa modalità dall'equipè sanitaria. Anche in questo caso nessuno deve avvicinarsi
alla zona dove opera l'elicottero; sarà il tecnico di soccorso alpino a chiedere se e come collaborare per le operazioni di soccorso.
SEGNALI CON L'ELICOTTERO
Quasi tutte le chiamate di soccorso ormai giungono attraverso i cellulari, ma spesso ci si può trovare in zone d'ombra, in questo caso è bene conoscere quali siano i segnali interazionali di soccorso:
CHIAMATA: lanciare sei volte in un minuto (ogni dieci secondi) un segnale ottico o acustico (urlo, luce con pila, ecc.) Ripetere i segnali dopo un minuto.
RISPOSTA: lanciare tre volte in un minuto (ogni venti secondi) un segnale ottico o acustico.
E' fatto obbligo a chiunque intercetti una chiamata di soccorso avvisare tempestivamente la Centrale operativa del Soccorso alpino e speleologico.
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